Perché è importante che lo psicologo analista-psicoterapeuta svolga una propria analisi personale?

Nei suoi scritti, Carl Gustav Jung insiste particolarmente sul ruolo svolto dalla personalità del terapeuta nella psicoterapia. Jung, infatti, ritiene che esista un fattore terapeutico nella personalità dello psicologo analista.

“Ogni psicoterapeuta non ha soltanto il proprio metodo: è egli stesso quel metodo”, sostiene Jung e fu la sua stessa esperienza di psicoanalista a suggerirgli questa ipotesi.

Sulla base di questa esperienza, dunque, consiglierà che ogni psicoterapeuta dovesse sottoporsi ad una propria analisi personale. Per ciò che concerne la mi esperienza di training formativo, infatti, è stato importante svolgere due differenti percorsi di analisi: un percorso di analisi personale e uno di analisi didattica.

Buona parte del comportamento degli psicoterapeuti junghiani ha origine da questa “scoperta”: la sistemazione relativamente informale dello studio, il sedersi di fronte al paziente, il principio che lo psicologo è in analisi come il paziente, conduce in maniera inevitabile lo psicoterapeuta a spogliarsi del suo ruolo e ad affrontare la situazione analitica con tutta la sua personalità.

È chiaro, però, che solo coloro che posseggono un carattere ben differenziato possono comportarsi così, senza trasformare l’intero processo in qualcosa che non abbia senso.

Per questi motivi, dunque, diviene imprescindibile che lo psicologo analista debba sottoporsi ad una propria analisi personale.